Mi sono commossa ieri mentre guardavo le immagini dei festeggiamenti per i 25 anni della caduta del muro di Berlino.
Mi ricordo molto bene di quei giorni di cambiamento e grande confusione. Non c’era internet, non c’erano i cellulari, ma i TG e i giornali ci informavano quotidianamente di quello che stava succedendo dall’altra parte del muro.
A quel tempo ero un adolescente e a scuola si discuteva di quello che stava accadendo nel blocco sovietico con passione e anche un po’ di timore. Avevamo seguito con ammirazione Lech Walesa e tutto quello che Solidarnosc era riuscito a fare in Polonia, eravamo stupiti dalla nuova politica introdotta da Gorbaciov. Ci spaventavano le condizioni del popolo romeno sotto la tirannia di Ceasescu.
Eravamo emozionati e sicuri che prima o poi qualcosa di incredibile sarebbe accaduto. L’attesa non durò a lungo. Era il 9 novembre del 1989, era sera e in tv cominciarono a passare immagini che avevano dell’incredibile. Uomini, donne e bambini cominciarono a varcare i check point che dividevano la Berlino Est da quella Ovest. Correvano, ridevano, piangevano, gettavano le braccia al cielo in segno di ringraziamento. Alcuni trovavano già dall’altra parte amici e parenti che li aspettavano. Grandi abbracci, grande commozione.
E i giorni successivi cominciarono a passare le immagini dei molti tedeschi che picconavano il muro per creare dei varchi e per portarne via alcuni pezzi. Un ragazzo in particolare colpì la mia attenzione. Indossava dei guanti e con il suo scalpello colpiva con tutta la forza che aveva a disposizione il muro.
Il suo volto esprimeva rabbia e felicità insieme, batteva il suo martello insistentemente e immaginavo che dicesse “ti abbatto, muro! ora sono libero, non mi puoi più fermare”. Quel ragazzo, come tanti berlinesi, stava assaporando per la prima volta cosa volesse dire essere libero. E forse in quel momento anche io sono riuscita a comprendere veramente cosa fosse la libertà.
No more walls
Adesso che non ci sono muri possiamo essere liberi di fare quello che noi vogliamo . Adesso non ci sarà più un muro che ci divide dagli altri .
Purtroppo però ci sono ancora tanti muri da abbattere