Queste settimane sono passate in un battibaleno tra visite, analisi e amenità varie, che non ho avuto nemmeno il tempo di fermarmi a riflettere. Poi basta passare davanti ad uno specchio o ad una vetrina di un negozio per notare che in me c’è qualcosa di diverso.
La pancia comincia a notarsi, anche se, stranamente, non è visibile a chi dovrebbe farti passare avanti alla cassa con precedenza alle mamme in attesa del supermercato o a chi dovrebbe cederti il posto sulla metropolitana. Ma, poco male, io so che tu ci sei. So che sei una bambina e arriverai più o meno a metà novembre.
Sento già che sei piena di energia e da un po’ di giorni percepisco i tuoi calcetti sulla parte della sinistra della pancia. Ho già capito che non ti piace stare ferma (avrei preso da me?), se stiamo sedute troppo a lungo, ti fai sentire. Se invece passeggiamo, siamo in compagnia, ascoltiamo musica, tu te ne stai tranquilla.
Forse non lo sai o lo avrai già sentito nelle nostre chiacchiere, ti chiameremo Viola.